venerdì 29 gennaio 2016

La rivoluzione del 5G parte dall’Italia

La Scuola Superiore Sant’Anna è il centro di eccellenza in Italia nel settore delle reti e tecnologie ottiche, e sta sperimentando nuove soluzioni di trasporto dati per l’evoluzione delle reti mobili e del 5G, in differenti segmenti come il fronthaul (tipo di connessione associato a un nuovo modello di Radio Access Network – RAN – ovvero un’architettura composta da controllori in banda centralizzati e antenne radio indipendenti installate presso siti remoti distanti decine di chilometri), il backhaul mobile (che collega il mobile alla rete cablata) e l’interconnessione ad altissima velocità dei data center.

Nel giugno di quest’anno l’Università ha siglato un accordo con l’azienda svedese Ericsson (sì, quella dei telefonini, ma non solo), che prevede una collaborazione nella ricerca e nello sviluppo di prototipi di componenti, moduli e sottosistemi fotonici innovativi che giocheranno un ruolo dirompente nello sviluppo del 5G. Nella ricerca sul 5G l’Italia è seguita da Svezia, Cina, India e Giappone.
Il laboratorio di ricerca sulla fotonica e 5G può contare al momento su un team di dieci scienziati altamente specializzati. A coordinare InphoTec (divisione del TeCIP) sarà Marco Romagnoli, considerato uno dei migliori ricercatori a livello mondiale nel campo della fotonica, che ha lasciato il suo incarico al MIT di Boston per tornare a lavorare in Italia.

Insieme a lui lavoreranno anche un altro ricercatore italiano rientrato in Toscana da Valencia e scienziati provenienti da Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, oltre ad altri studiosi del Sant’Anna che si sono specializzati in Belgio, California e Giappone. Investire sul 5G e sulla fotonica pare così determinante per gli obiettivi digitali che l’Italia intende raggiungere entro la data fissata dall’Unione Europea con Horizon 2020. Il 5G diventa così un fattore determinante per la digitalizzazione delle industrie, per l’Internet of Things e per portare la banda larga ovunque.

Ma a cosa ci servirà il 5G? Ad esempio, il 5G permetterà alle auto a guida autonoma e alle auto connesse di condividere informazioni tra veicoli, così che se accadesse un incidente in autostrada, l’auto più vicina potrebbe trasmettere wireless le informazioni alle auto che seguiranno. La rete 5G permetterà a tutti i dispositivi elettronici della casa di “parlare” tra di loro, monitorandone l’energia elettrica utilizzata in tempo reale e risparmiando sugli sprechi. In casi di emergenza, ad esempio durante un incendio, i vigili del fuoco che entrano nell’edificio in fiamme o in zone disastrate saranno equipaggiati con caschi dotati di videocamere e potranno trasmettere in streaming il video in diretta al comando della missione, da cui potranno ricevere consigli su come gestire le missioni delicate. Le applicazioni sono molteplici, e il futuro non è mai stato così vicino.

@LuS_inc