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sabato 25 marzo 2017

La mia connessione è lenta, come posso fare?

Internet va più lento del solito? Le pagine impiegano più tempo ad aprirsi?
Sono molte le ragioni per le quali internet è lento: il pc, la linea ADSL oppure il browser, che forse non è ben configurato.
Tenendo conto delle principali cause di questa problematica cercherò di darvi qualche consiglio pratico.
Vediamo quali sono i fattori e come influezano la velocità dei browsers (Chrome, Firefox, Internet Explorer, Opera. Safari).
La stessa situazione può verificarsi anche sullo smartphone.

 
1) Il browser è il programma che carica e mostra le pagine dei siti internet.
Chrome, Firefox, Internet Explorer, Opera e Safari sono i più diffusi ed i più usati e richiedono ogni tanto una certa manutenzione. Infatti il browser, dopo un certo utilizzo, diventa come un "cestino" dove si raccoglie qualsiasi cosa come testo, immagini, video e animazioni di cui sono composti i siti web visitati. Inoltre navigando sui social network come Facebook e Twitter il discorso si amplifica. Questa massiccia quantità di dati nel tempo può rallentare la navigazione.
Ogni tanto quindi è importante andare nel menu della cronologia e svuotare la cache ed eliminare cronologia e cookies. Inoltre è anche importante non tenere troppe schede aperte insieme, aggiornare sempre il browser all'ultima versione e limitare l'uso di estensioni attive, che occupano memoria e rallentano i caricamenti.
2) Le estensioni del browser possono influire in modo significativo sulla velocità di navigazione. E' opportuno quindi aprire la lista delle estensioni installate e rimuovere quelle che non si stanno usando. Su Google Chrome si può usare il task manager per scoprire quali estensioni sono più pesanti. Oltre a questo, è fondamentale che non ci siano plugin o estensioni adware, perchè possono modificare motore di ricerca e pagina iniziale e  mostrare annunci pubblicitari indesiderati. Per controllare la loro presenza e rimuoverli c'è uno strumento semplice da usare almeno una volta ogni mese che è C Cleaner.
3) L'antivirus è un software essenziale per ogni pc che usa WIndows.
Alcuni antivirus però sono veramente molto pensanti, se per esempio usiamo un pc non aggiornato, quindi sarebbe meglio installarne uno più leggero oppure configurarlo in modo da non disturbare la navigazione. Sono soprattutto gli antivirus che controllano la navigazione, che integrano un plugin per il browser e che funzionano pure da firewall.
Ci sono tanti buoni antivirus gratuiti, che non dovrebbe essere difficile trovarne un altro al posto di quello attuale.
4) I plugin, software aggiuntivi, possono rallentare il caricamento di internet e sono spesso inutili. Come detto, conviene rimuovere i plugin che non si usano sia per navigare più sicuri sia per rendere il browser più leggero. Flash, per esempio, è un plug-in pesante, così come lo sono anche Silverlight, il PDF Reader, Java.
Il modo migliore per affrontare questo problema, se è vero comunque che plugins come Flash ogni tanto ci servono, è quello di attivare l'opzione click-to-play per tutti i plugin.
In questo modo, tutti i contenuti delle pagine web che richiedono un plugin per caricare, rimangono fermi e richiedono, per la loro esecuzione, un click dell'utente.
Questo si può fare in Chrome e in Firefox nelle impostazioni e su Safari con un'estensione chiamata ClickToPlugin.
5) Usare un DNS
(Dynamic Name Server) veloce. per accellerare la navigazione.

Per testare la velocità di connessione si può andare su un sito di "speedtest" come ad esempio Eolo.


Se la connessione continua ad essere lenta meglio contattare il proprio operatore di tefefonia e ADSL.

venerdì 17 marzo 2017

Quanto tempo passiamo davanti ai social network? Quanto vale il tempo speso su Facebook?

"Ti trovo su Facebook?" Ormai questa domanda è molto diffusa, specialmente tra i ragazzi e le ragazze della nuova generazione. Non solo! C'è chi usa Facebook (o Twitter) anche per lavoro e contatta colleghi e clienti direttamente sulle pagine "blu". E' possibile, secondo voi, stimare il valore del tempo passato davanti a Facebook? Prendendo spunto dalla microeconomia, questo calcolo è effettivamente possibile avendo a disposizione alcuni dati: ore di utilizzo in Italia, numero di utenti totali e una valutazione economica del tempo. L’Italia è uno dei paesi più attivi su Facebook con il 42% della popolazione in possesso di un account attivo; circa 25 milioni e 200 mila persone si connettono regolarmente a Facebook per aggiornare il proprio stato o sbirciare quello degli altri.
Di questi, la maggior parte risiede nella fascia d’età 15-54, con una divisione quasi equa tra uomini e donne (54% i primi, 44% le seconde). Nel nostro paese ogni giorno un utente spende circa due ore davanti ai social network, quindi potremmo pensare che metà di questo tempo sia passato a scorrere il feed di Facebook. Da queste informazioni possiamo già calcolare un dato importante: 25,2 milioni di utenti x 1 ora al giorno x 365 = 9,198 miliardi di ore.
Supponendo che un’ora valga 10€, moltiplicando questo valore per il dato ottenuto in precedenza, otteniamo una cifra pari a 91,98 miliardi di euro: il debito pubblico pagato dall’Italia nel 2013.
Ovviamente non si può pensare che tutto il tempo speso sul social network sia totalmente inutile; su Facebook si creano nuove connessioni ed interazioni, così come si promuovono attività dando vita a campagne pubblicitarie. Tenendo ben presente questo, possiamo calcolare il valore del tempo passato dai singoli individui online moltiplicando il valore di un’ora per il tempo speso davanti al social. Il risultato sono 3.650€, la cifra alla quale, teoricamente, rinunciamo navigando all’interno del portale. Con la stessa somma di denaro potreste comprare un caffè al giorno, un iPhone 6, tre notti in un hotel a Roma, un volo andata e ritorno per New York, un abbonamento annuale a Sky e una cena in pizzeria a settimana. Dedica il giusto tempo a tutto e dedicalo sopratutto a te stesso ed a quello che ti rende felice.

domenica 29 gennaio 2017

Come risolvere il messaggio di errore relativo al "Client di Criteri di gruppo" su Windows 8/10

Mi sono deciso a pubblicare questo articolo perchè anche io ho avuto lo stesso problema ed ho cercato sul web una soluzione che potesse risolverlo in modo semplice.



Il problema si trova nel registro del S.O. perchè probabilmente durante l’installazione degli aggiornamenti di Windows Update si verifica un blocco del computer ed alcune voci del Registro di configurazione necessarie ad avviare questo servizio vengano perdute, rendendo impossibile il suo caricamento
L’unica soluzione proposta finora consisteva nel reinstallare da capo il sistema operativo, ma per evitare di renstallare eventuali programmi e dati del nostro S.O.
Ecco una soluzione che potrebbe sembrare più difficile ma risove il problema senza reinstallazione.

Questa è procedura da seguire:
1) lanciate l’editor del Registro di configurazione e raggiungete la posizione HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Services, qui verificate la presenza della chiave Gpsvc. Se trovate questa cartella il problema può essere risolto senza interventi radicali, se invece queste impostazioni sono del tutto assenti è probabile che si renda necessaria la reinstallazione del sistema operativo.
2) posizionatevi ora su HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\SVCHOST. Qui dovrebbe essere presente una chiave con valore multi-stringa etichettata GPSvcGroup, se questa chiave mancasse, provvedete a crearla e assegnategli il valore GPSvc.
3) verificate ora nella stessa posizione la presenza di una cartella etichettata GPSvcGroup, entrate al suo interno e accertatevi che contenga una chiave AuthenticationCapabilities alla quale deve essere assegnato il valore 0x00003020 (o 12320 decimale) e un’altra chiave CoInitializeSecurityParam alla quale deve corrispondere il valore 0x00000001, entrambi le chiavi sono di tipo Dword. Se la struttura appena descritta fosse assente, in tutto o in parte, provvedete alla creazione degli elementi mancanti.
4) chiudete l’editor per rendere permanenti le modifiche e riavviate il computer.

Dopo questa operazione il Client di Criteri di gruppo dovrebbe riprendere la normale funzionalità e il messaggio di errore non sarà più visualizzato.


In alternativa puoi scaricare direttamente il file reg 

 

Dopo aver inviato il pagamento ti arriverà una email con l'allegato
e le istruzioni per installarlo.

martedì 2 febbraio 2016

Google sperimenta droni per Internet 40 volte più veloce del 4G

Reti dati via cellulare fino a 40 volte più veloci del 4G. Sarebbe questo il piano che Google sta coltivando usando una infrastruttura assolutamente originale: una costellazione di droni. A scoprire l’ennesimo progetto innovativo, dopo il drone a rotelle è il giornale britannico theguardian.
La sperimentazione di Skybender, nome in codice della iniziativa, sarebbe in corso in New Mexico. Qui Big G, in assoluta (o quasi…) segretezza avrebbe allestito una sorta di campo volo con piccoli velivoli simili a quelli semi professionali che vediamo in vendita su numerosi sito on line; la differenza starebbe negli apparati che sollevano trasmettitori  ad onde millimetriche ìn grado di coprire un’area con un segnale ad elevate prestazioni dati: nell’ordine gigabits di dati al secondo, fino a 40 volte, appunto, quelli dei sistemi 4G LTE odierni. L’enorme vantaggio di questo nuovo sistema, spiega la fonte, è l’accesso ad un nuovo spettro di frequenze, dato che quello cellulare esistente è sovraffollato.

Il sistema SkyBender è attualmente in fase di sperimentazione anche con un “aereo opzionalmente pilotato” chiamato Centauro, oltre che su droni alimentati ad energia solare realizzati dal team Google Titan. Tale progetto, inoltre, fa parte del poco conosciuto team di Google Access, che comprende anche il progetto Loon, il cui scopo è quello di fornire internet senza fili utilizzando palloni galleggianti non alimentati attraverso la stratosfera.

Ad ogni modo, anche se è certamente una delle prime volte che si parla di tale tecnologia, Google non è la prima società a lavorare con droni e tecnologia a onde millimetriche. Già nel 2014, Darpa, il braccio di ricerca delle forze armate statunitensi, ha annunciato un programma chiamato mobile Hotspot per lanciare una flotta di droni in grado di fornire segnali di rete con velocità di un gigabit al secondo, limitatamente come supporto alle truppe che operano in aree remote.

E’ chiaro, però, che il progetto di Google sarebbe predestinato ad un utilizzo civile, lontano quindi dal solo mondo militare. Per di più, a voler essere ottimisti, si stima che i primi voli dei nuovi droni 5G potrebbero partire già nel 2018, anche se Google deve superare difficoltà non irrilevanti. Ad esempio, se è vero che le onde millimetriche sono capaci di portare una grande quantità di dati, hanno una copertura d’area din 4 volte inferiore a quella del 4G e quindi in droni devono indirizzare in maniera molto precisa le onde.

sabato 30 gennaio 2016

Pronti per viaggiare nel tempo?

Ricordate la DeLorean di Ritorno al Futuro?
Diventata un oggetto di culto per i collezionisti di tutto il mondo, alla ricerca dei pochi esemplari prodotti – molti ancora oggi funzionanti – e realizzati dall’originaria omonima azienda Irlandese, presto gli appassionati potranno nuovamente acquistare esemplari della DeLorean DMC-12 nuovi di zecca, prodotti dalla società texana DeLorean Motor Company.



Un’azienda USA è pronta a realizzare e vendere della fedeli repliche della DeLorean DMC-12, mitica auto di Ritorno al Futuro. Il prezzo sarà di circa 100 mila dollari.
La DeLorean di Ritorno al Futuro, tecnicamente la DeLorean DMC-12,  deve buona parte della sua popolarità non tanto al design iconico realizzato da Giorgetto Giugiaro, ma al suo ruolo nella saga di Ritorno al Futuro, in cui l’auto diventava una futuristica macchina del tempo.
Grazie ad una recente riforma del mercato automobilistico negli USA (il Surface Transportation Reauthorization and Reform Act) le aziende USA ora possiedono l’autorizzazione per realizzare veicoli di replica, senza dover soddisfare le norme di sicurezza moderne, a patto che vengano prodotti meno di 325 veicoli ogni anno.

La DeLorean Motor Company sta già ricevendo il materiale di approvvigionamento per poter iniziare a produrre i nuovi-vecchi esemplari di DeLorean DMC-12, che rispecchieranno fedelmente la mitica auto di Emmett Brown, senza ovviamente il modulo per i viaggi nel tempo.

Ad oggi il prezzo necessario per portarsi a casa un pezzo di storia automobilistica e cinematografica non è ancora chiaro, anche se potrebbe aggirarsi attorno a 100 mila dollari. In futuro potrebbe anche arrivare una versione elettrica della DeLorean DMC-12, ma si tratta solo di un ipotesi. Per maggiori informazioni potete collegarvi al sito ufficiale di DeLorean Motor Company.

Allora pronti per viaggiare nel tempo?

venerdì 29 gennaio 2016

Più di 10 mila dollari da Google per il ricercatore Sanmay Ved, che era riuscito ad acquistare a 12 dollari il dominio Google.com per un minuto

Lo scorso mese di ottobre il caso di Sanmay Ved, l'uomo che per un minuto ha posseduto il dominio Google.com. Lo aveva comprato alla modica cifra di 12 dollari, probabilmente per un mancato aggiornamento del sistema di sottoscrizione, e la società se lo era ripreso un minuto più tardi.

"Ho pensato che si trattasse di un errore, ma sono riuscito a portare a termine l'operazione", aveva dichiarato. Se Google.com fosse finito nelle mani sbagliate la situazione si sarebbe potuta trasformare in una catastrofe, visto che Ved ha avuto per un minuto accesso alla dashboard per il webmaster. Proprio per questo la compagnia ha deciso di gratificare il ricercatore con un premio pari a "più di 10 mila dollari" in base a quanto dichiarato nei mesi scorsi da Ved.

In un post scritto lo scorso giovedì Google ha pubblicato la cifra esatta: "La nostra ricompensa economica per Sanmay era inizialmente di 6.006,13 dollari, che è lo spelling numerico di Google". La società ha poi deciso di raddoppiare la cifra quando Sanmay Ved ha rivelato di voler donare l'intera ricompensa all'organizzazione di carità The Art of Living India. L'offerta da parte di Google non era altro che un assurdo gioco di numeri e lettere, una cosa che di certo non ci si aspetta da un colosso miliardario.

Ma il caso di Ved non è di certo stato l'unico nel suo genere per la compagnia di Mountain View. Nel 2015 la società madre Alphabet aveva riacquistato un po' di azioni al prezzo di 5.099.019.513,59 dollari. Si tratta della radice quadrata di 26, pari al totale del numero di lettere con cui è composto l'alfabeto della lingua inglese, moltiplicata per un miliardo. Ma questo particolare modo di operare di Google risale ancora a qualche anno prima, quando nel 2011 Google offriva 3,14159 miliardi di dollari (la cifra del Pi greco, moltiplicata per un miliardo), per i brevetti di Nortel.

Nel post si legge che Google ha pagato 2 milioni di dollari lo scorso anno a più di 300 hacker e ricercatori di sicurezza. E c'è anche una curiosità nel report: la "taglia" più proficua è stata destinata a Tomasz Bokarski, il quale ha trovato una falla di sicurezza nel modulo web che Google utilizza per ricevere le segnalazioni dei problemi di sicurezza.

La rivoluzione del 5G parte dall’Italia

La Scuola Superiore Sant’Anna è il centro di eccellenza in Italia nel settore delle reti e tecnologie ottiche, e sta sperimentando nuove soluzioni di trasporto dati per l’evoluzione delle reti mobili e del 5G, in differenti segmenti come il fronthaul (tipo di connessione associato a un nuovo modello di Radio Access Network – RAN – ovvero un’architettura composta da controllori in banda centralizzati e antenne radio indipendenti installate presso siti remoti distanti decine di chilometri), il backhaul mobile (che collega il mobile alla rete cablata) e l’interconnessione ad altissima velocità dei data center.

Nel giugno di quest’anno l’Università ha siglato un accordo con l’azienda svedese Ericsson (sì, quella dei telefonini, ma non solo), che prevede una collaborazione nella ricerca e nello sviluppo di prototipi di componenti, moduli e sottosistemi fotonici innovativi che giocheranno un ruolo dirompente nello sviluppo del 5G. Nella ricerca sul 5G l’Italia è seguita da Svezia, Cina, India e Giappone.
Il laboratorio di ricerca sulla fotonica e 5G può contare al momento su un team di dieci scienziati altamente specializzati. A coordinare InphoTec (divisione del TeCIP) sarà Marco Romagnoli, considerato uno dei migliori ricercatori a livello mondiale nel campo della fotonica, che ha lasciato il suo incarico al MIT di Boston per tornare a lavorare in Italia.

Insieme a lui lavoreranno anche un altro ricercatore italiano rientrato in Toscana da Valencia e scienziati provenienti da Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, oltre ad altri studiosi del Sant’Anna che si sono specializzati in Belgio, California e Giappone. Investire sul 5G e sulla fotonica pare così determinante per gli obiettivi digitali che l’Italia intende raggiungere entro la data fissata dall’Unione Europea con Horizon 2020. Il 5G diventa così un fattore determinante per la digitalizzazione delle industrie, per l’Internet of Things e per portare la banda larga ovunque.

Ma a cosa ci servirà il 5G? Ad esempio, il 5G permetterà alle auto a guida autonoma e alle auto connesse di condividere informazioni tra veicoli, così che se accadesse un incidente in autostrada, l’auto più vicina potrebbe trasmettere wireless le informazioni alle auto che seguiranno. La rete 5G permetterà a tutti i dispositivi elettronici della casa di “parlare” tra di loro, monitorandone l’energia elettrica utilizzata in tempo reale e risparmiando sugli sprechi. In casi di emergenza, ad esempio durante un incendio, i vigili del fuoco che entrano nell’edificio in fiamme o in zone disastrate saranno equipaggiati con caschi dotati di videocamere e potranno trasmettere in streaming il video in diretta al comando della missione, da cui potranno ricevere consigli su come gestire le missioni delicate. Le applicazioni sono molteplici, e il futuro non è mai stato così vicino.

@LuS_inc

lunedì 25 gennaio 2016

Arriva il Li-Fi: sarà 100 volte più veloce del Wi-Fi ed userà la luce


Li-Fi è un termine introdotto per la prima volta da Harald Haas in occasione di un discorso al TED Global nel 2011 riferendosi al corrispondente ottico del Wi-Fi.

La particolarità del Li-Fi sta nel fatto che le frequenze occupate per le comunicazioni appartengono allo spettro della luce visibile, il che ha una serie di interessanti conseguenze nel confronto con le trasmissioni radio.


Della tecnologia Li-Fi si parla da tempo ma l’interessamento di Apple è la dimostrazione che si inizi a fare sul serio. In termini molto semplici, il Li-Fi è una tecnologia di trasmissione dati senza fili ad alta velocità, simile dunque al Wi-Fi di cui può sfruttare gli stessi protocolli 802.11, ma che utilizza la luce Led come mezzo di trasmissione.


Lo sviluppo pratico del Li-Fi è partito dagli studi del professor Harald Haas dell’università di Edinburgo che introdusse l’idea in un suo intervento al TED nel 2011. Nel 2012, poi, ci fu una dimostrazione al Ces di Las Vegas e nel 2014 al Mobile World Congress di Barcellona pureLiFi presentò un primo prototipo commerciale di sistema Li-Fi. 


I vantaggi dell’utilizzo della luce al posto delle onde radio sono tanti. In primo luogo, in laboratorio sono state raggiunte velocità fino a 224 gigabit al secondo, il che significa una velocità di scaricamento dati 100 volte superiore al Wi-Fi. Lo stesso Haas, durante la sua presentazione, dimostrò come la luce di una lampadina potesse trasmettere un video in alta definizione. 
il Li-Fi risolve problemi di interferenze, molto comuni nelle trasmissioni radio, consentendone l’uso, per esempio, in ambiti in cui il Wi-Fi è vietato come gli ospedali e gli aerei, proprio per evitare conflitti con le apparecchiature. Per sua natura, inoltre, il segnale deve viaggiare senza incontrare barriere e la sua potenza dipende dalla distanza, esattamente come la luce, il che è insieme un vantaggio, riducendo le criticità legate alla sicurezza, ma anche uno svantaggio, non si potrebbe andare in giro per casa con lo smartphone collegato in Li-Fi. 

sabato 23 gennaio 2016

Google: un miliardo di dollari ad Apple

L' IPhone risulta essere lo smartphone più utilizzato nel mercato dei dispositivi mobili in termini di pubblicazione post su social network e condivisione di fotografie su Instagram. Risulta essere al primo posto anche in ambito di ricerche nel web, infatti 4 ricerche su 5 arrivano da dispositivi della Mela e quindi rappresenterebbero il 90% delle ricerche sul web.

Google ha pagato la quota di 1 miliardi di dollari ad Apple per mantenere disponibile il suo browser sui dispositivi iOS. Google ha inoltre pagato a Cupertino il 34% dei ricavi ottenuti tramite le ricerche sulle reti derivanti da dispositivi come iPhone, iPad e iPod.


Le "stanze della memoria": per NON DIMENTICARE!

11 novembre 1938 in Italia, sotto il dominio fascista vengono approvate le "leggi razziali". Questo fu l'inizio di quello che porterà nel 1943 alla deportazione degli ebrei italiani nei campi di concentramento.

Maggio 1940  in Germania, sotto il dominio nazista, diventa operativo il campo di concentramento di AUSCHWITZ (Polonia) che in seguito con la cosiddeta "soluzione finale" divenne uno campo di sterminio.


"Arbeit macht frei" che in italiano vuol dire "Il lavoro rende liberi"

Morirono piu di sei milioni di ebrei. Solo sette mila tornarono a casa.
Passarono cinque anni quando il 27 Gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'armata rossa liberarono circa 2000 prigionieri sopravvisuti. Di questi 180 erano bambini. La follia umana della seconda guerra mondiale fece più di 50 milioni di vittime. 
Il 27 Gennaio così è diventato per tutto il mondo il "Giorno Della Memoria" per non dimenticare e per dire "mai più!". Leggendo la Storia si è consapelovi che l'uso dei campi di concentramento non fu solo dettata dalla follia nazista ma esistono tanti altri eventi storici che descrivono l'uso di queste atrocità. Nei campi di Auschwitz-Birkenau non morirono solo ebrei ma anche persone ritenute non idonee alla "razza ariana" come malati, diversamente abili, persone con la sindrome di Down, sopratutto bambini. Molte persone "vendettero" famiglie ebree ai nazisti per pochi soldi, destimando innocenti alla morte. Nel 1945 con le camere a gas i tedeschi nazisti uccidevano circa 2000 persone al giorno. Le persone che non morivano, erano private di ogni diritto e soprattutto della propria dignità. 

"Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no…"
(Primo Levi, Se questo è un uomo)



martedì 12 gennaio 2016

Facebook.film: Coming Soon!

Presto on line il sito facebook.film
La storia del Social Network che ha cambiato il modo di comunicare: FACEBOOK


Da Luglio 2016 Ok ai micropagamenti anche per il caffè ed il giornale

Dal 1° luglio 2016 scatta l’obbligo per i commercianti di accettare pagamenti con le carte anche sotto i 30 euro. Ecco cosa prevede l’emendamento sui micropagamenti appena approvato alla Camera
Bancomat e carte di credito potranno essere usate anche per pagare un caffè o un giornale: obbligo per commercianti e professionisti di accettare la moneta digitale anche per importi minimi, cancellando il tetto di 30 euro previsto fino ad oggi.


L’emendamento alla legge di Stabilità approvato oggi dalla Camera si fonda su 3 elementi di novità:

1. la possibilità di utilizzo di carte di credito o debito senza alcun limite;

2. sanzioni per chi ostacola l’effettiva libertà del consumatore di scegliere come pagare;

3. revisione di commissioni interbancarie ulteriormente ridotte sotto i 5 euro per incentivare l’uso quotidiano degli strumenti di pagamento digitali.




IOS 9.3: Apple introduce Night Shift: ecco di cosa si tratta

Nel nuovo aggiornamento IOS 9.3 tra le diverse funzioni apportate troviamo la modalità Night shift che permette di impostare le tonalità dello schermo del nostro dispositivo per non affaticare eccessivamente gli occhi durante la consultazione di iPhone, iPad e iPod Touch nelle ore notturne.
Questa funzione sfrutta l'orario e la localizzazione GPS per potere gestire lo schermo in completa autonomia andando a modificare i colori del display ed i toni delle varia applicazioni installate sul device.


Quando cala la notte lo schermo risulterà di colore giallo chiaro per non abbagliare eccessivamente l'utente se dovessero arrivare notifiche da social network, messaggi o applicazioni. Durante la mattinata il display diventerà di un colore tendente all'azzurro.


Big data, cosa sono?

I Big data sono i soldi del futuro? I dati sono i soldi del futuro. Perché? Perché dicono tutto di noi: chi siamo, cosa compriamo, come ci muoviamo, cosa leggiamo, eccetera. Sono la grande mole di informazioni che viene prodotta principalmente dai social network e, nell’era di Internet of Things, anche da molti oggetti che ci circondano nella vita di ogni giorno. Decine, centinaia, migliaia, milioni, miliardi di dati diventano grandi: i big data, appunto.
Ma quanto valgono i Big data?
Mushroom netwotks ha diffuso una infografica che rende molto bene l’idea di quanto grande sia l’impatto dei big data. Tra le tante informazioni, l’infografica sottolinea che:

1. il 90% dei dati di tutto il mondo sono stati creati negli ultimi 2 anni;

2. il giro d’affari dei big data previsto per il 2017 ammonta a oltre 50 miliardi di dollari (nel 2013 erano 10 miliardi);

3. ogni minuto vengono realizzati 570 nuovi siti internet;

4. la profilazione incide tra il 10 e il 15% sui carrelli eCommerce;

5. nel 2018 il 69% del traffico web sarà generato da contenuti video;

6. nel 2015 sono stati creati nel mondo 4,4 milioni di posti di lavoro nel settore dei big data.

venerdì 4 dicembre 2015

PHP 7: le principali novità

PHP 7 introduce importanti novità anche dal punto di vista delle funzionalità, ma è inutile negare che, nel caso di questo aggiornamento, andrebbero valutati in particolare gli interventi eseguiti per garantire una velocità di esecuzione pari fino al doppio rispetto a quella precedentemente garantita da PHP 5.6; alla base di tali miglioramenti vi sarebbe innanzitutto l'implementazione del progetto PHPNG (PHP New Generation) nato per contrastare l'emergere di parziali alternative quali la virtual machine HHVM.
Quest'ultima, anch'essa Open Source, è stata progettata per l'esecuzione di applicazioni create con PHP e Hack, a sua volta un fork del primo, mettendo a disposizione il supporto per la compilazione JIT (Just in Time) di bytecode intermedio da convertire dinamicamente in codice macchina x64, garantendo un elevato livello di ottimizzazione. Dati questi presupposti l'engine originale di PHP avrebbe potuto dimostrarsi competitivo soltanto puntando a sua volta sulle prestazioni.
PHP 7 è stato quindi anche un'occasione per sottolineare ulteriormente l'indipendenza del progetto, HHVM è di fatto una creatura di Facebook nonostante sia vincolato a licenza permissiva, ma anche un'opportunità per offrire ulteriori features come per esempio delle apposite Engine Exceptions per i fatal errors basate su oggetti \EngineException con cui colmare i precedenti limiti dell'error handler.
Sono poi disponibili la dichiarazione dei tipi di dati scalari nonché la dichiarazione del tipo di dato di ritorno, l'operatore di confronto combinato (Spaceship Operator) e il null coalescing operator nonché il supporto per le classi anonime. Con PHP 7 arriva anche la rimozione delle mysql functions, ormai deprecate, in favore di MySQLi e PDO.
Le principali novità di PHP 7
Negli ultimi anni si è forse assistito ad un calo di attenzione nei confronti di PHP, soprattutto a causa di un'interesse crescente degli sviluppatori per tecnologie considerate più adatte per la creazione di App destinate all'ecosistema mobile; PHP rimane comunque ancora oggi il linguaggio più utilizzato in assoluto per le Web applications, ma mantenere questa posizione nel lungo periodo potrebbe non essere facile visto l'orientamento di alcuni importanti progetti basati su di esso, basti pensare a WordPress, sempre più interessati alle opportunità offerte da soluzioni alternative.

lunedì 26 ottobre 2015

Search FYI: Facebook è pronta a sfidare Google

Facebook è pronta a sfidare Google sul terreno della ricerca di notizie: dal 29 ottobre sarà attivo (inizialmente in Usa) Search FYI, il nuovo motore di ricerca interno del social network creato da Mark Zuckerberg.
L’obiettivo è ambizioso: raggiungere l’efficienza della grande rivale Google e guadagnare quote di mercato nel settore notizie, sfruttando la sua enorme base utenti (1,4 miliardi di utenti).
La nuova funzione vuole migliorare l’attuale sistema di ricerca di Facebook, fino ad ora tarato sulla ricerca di nuovi possibili amicizie, ma non su notizie o post pubblicati dagli utenti o pagine ufficiali.
Search FYI intende fornire risultati più pertinenti all’interno della piattaforma, selezionado le fonti e usando algortitmi e classificando quelle più attendibili, sia degli amici ma anche di profili “istituzionali”.
“Con oltre 1,5 miliardi di ricerche al giorno e 2mila miliardi di post indicizzati, la ricerca rappresenta uno sforzo importante e a lungo termine per Facebook”, spiega un portavoce della società. “Quando nel mondo accade qualcosa, spesso le persone vanno su Facebook per vedere come gli amici e i familiari stanno reagendo. Da adesso potranno vedere anche cosa dice il mondo”.



fonte: www.si24.it

Inizia una nuova stagione cinematografica con ACF451

Italia Inchieste: Intervista a Gianni Vittorio, pres. AFC451, e Salvatore Cucinotta, vice pres. ACF451 e CEO Founder di Mebook!" Social Network
Grazie a Pasquale Zumbo

Associazione Fahrenheit 451, seconda rassegna cinematografica



www.italiainchieste.it

giovedì 8 ottobre 2015

Raggiunti 4000 iscritti su Mebook!

Il social network della Cultura torna nuovamente in prima linea. Nato poco più di un anno, oggi raggiunge quota 4000 iscritti|
Negli ultimi anni il mondo dell'editoria ha conosciuto un significativo processo di trasformazione. L'oggetto libro è entrato nell'era della riproducibilità non più tecnica, ma digitale. Grazie ai media, il web, i social network, la scrittura ha invaso gli spazi umani molto più di quanto fosse riuscito a fare il libro tradizionale.
Osservando la situazione attuale di editori, librai, distributori e nuovi attori entrati nel mercato, come i self publishing, si arriva a descrivere come stia cambiando il panorama editoriale regionale ed italiano e quali nuove competenze sia utile acquisire per operare con successo nell'immediato futuro.
In questo contesto, si colloca la riflessione sull'impatto di Internet e del commercio elettronico sulla produzione e distribuzione del libro. In un percorso attraverso il mondo dell'editoria in rete e delle librerie virtuali, si arriva ad esplorare le altre e nuove sfide lanciate al mondo dell'editoria dall'era digitale, dagli e-book alla stampa digitale su richiesta.
Grazie a Salvatore Cucinotta, CEO  fondatore e vice presidente ACF451, Gianni Vittorio, presidente ACF451 e Maurizio Caruso, scrittore ed editor ACF451, Mebook! continua la sua crescita offrendo così sempre più servizi per altrettanti utenti.
Sulla piattaforma web ci si può iscrivere gratuitamente, creando un proprio profilo personale. Eventi, Pagine, Gruppi di discussione, Video e novità: Audio Poesie, Interviste agli autori e Recensioni. Aperto anche ai centri culturali, librerie ed associazioni. Inoltre anche una bacheca dove poter condividere i propri contenuti e la possibilità di condividerli anche con gli altri principali social network.
Con la creazione di Concorsi inoltre la possibilità di far pubblicare gli scrittori con gli editori presenti su Mebook!
Partner di Mebook! è l 'Associazione Culturale Fahrenheit 451 è una associazione socio-culturale senza fini di lucro, nata l’11 Aprile 2014 per volontà di un gruppo di giovani amici amanti della Cultura e dell’arte, desiderosi di diffondere la cultura nelle sue varie forme. Al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati, l' associazione mira a promuovere spazi di aggregazione e di dialogo, oltre a collaborare con enti pubblici, privati e con associazioni aventi fini analoghi. Le principali iniziative comprendono convegni, rassegne di cinema, eventi culturali, concorsi letterari, corsi, eventi ricreativi e sportivi, spettacoli ed attività di beneficenza.
Puoi iscriverti su Mebook! andando su www.mebook.it


venerdì 28 agosto 2015

Facebook presenta M, l’assistente virtuale

Il concorrente di Siri, Google Now e Cortana si userà su Messenger e unirà intelligenza artificiale a un team di persone.
Anche Facebook sta per proporre il suo assistente virtuale. Sulle orme di Siri, Google Now e Cortana, il social network di Mark Zuckerberg ha inaugurato nelle scorse ore tra gli utenti dell’area di San Francisco i primi test di M, un servizio pensato per integrarsi con la piattaforma di messaggistica istantanea Messenger.



Il funzionamento di M però sarà molto diverso da quello degli avversari di Apple, Google e Microsoft: mentre le soluzioni di questi ultimi sono completamente automatizzate, M interagisce con gli utenti come in una conversazione in chat fra esseri umani, e anzi prevede che l’intelligenza artificiale alla base del suo sistema sia supportata da un team di persone in carne e ossa.

L’impiego di forza lavoro umana in quest’ambito ha due vantaggi: da una parte fa in modo che M possa comprendere domande particolarmente complesse o formulate in maniera poco chiara, mantenendo fluido il dialogo quando invece una macchina chiederebbe semplicemente di riformulare la richiesta.

Dall’altra permette all’assistente virtuale di svolgere compiti che un algoritmo non sarebbe in grado di portare a termine, come consigliare e spedire un regalo o disdire un abbonamento per telefono.

Il responsabile del progetto David Marcus non ha reso noto il numero delle persone impegnate a plasmare il volto umano di M, ma è chiaro che avrà il pieno supporto da parte della società, soprattutto a fronte dei guadagni che questa potrebbe trarre da un’iniziativa del genere.

Ospitare interazioni così complesse sulla propria piattaforma permetterà infatti a Facebook di immagazzinare risorse inestimabili su due fronti: quello dei gusti e delle preferenze degli utenti (da trasformare in inserzioni o collaborazioni coi brand che potrebbero decidere a loro volta di sbarcare direttamente su Messenger) e quello della programmazione delle intelligenze artificiali di prossima generazione.

giovedì 4 giugno 2015

Smartphone, file e porte, li apriremo con gli occhi?

Google ha depositato un brevetto per una nuova tipologia di lenti a contatto in grado di scansionare l’iride degli occhi, da utilizzare come “chiave di accesso” per sbloccare dispositivi, file e porte. Si tratta di una lente che copre tutto o parte dell’iride dell’occhio. I sensori assemblano un’immagine che viene poi confrontata con un’immagine contenuta nella memoria di un computer o di uno smartphone. Se le due immagini corrispondono sarà possibile – ad esempio – sbloccare la porta di casa, la portiera di un’auto, un dispositivo o accedere anche a file riservati.

Quale sarà la prossima mossa?  Dalle impronte digitali alla scansione oculare?